Ipnosi e sedazione cosciente in odontoiatria

Le cure odontoiatriche fanno ancora paura?



A Francesca si. 

Lei è una simpatica e solare ragazza di 20 anni che ho conosciuto per la prima volta 7 giorni fa. Ha prenotato con me una visita, invogliata dal mio curriculum, perché -dice- che fra tanti dottori tra cui scegliere, il mio viso le ispirava più fiducia e in più l'ha rassicurata il fatto che io abbia lavorato per tanti anni nei reparti ospedalieri pediatrici.

Mi confessa di non essere mai più andata dal dentista da quando era bambina, perché è rimasta traumatizzata da un dottore che le ha tolto un dente senza anestesia.

Potrebbe sembrare una banalità? Niente affatto. È proprio così: un singolo evento, vissuto ad alta intensità, è capace di segnarci per molto tempo, finché non subentra un altro evento a destrutturare quel ricordo e a costruirne uno nuovo. 

Ho cercato di metterla a suo agio. Abbiamo chiacchierato del più e del meno, ci siamo prese del tempo insieme e non è stato difficile perché è una ragazza molto comunicativa, quindi mi ha aiutato molto ad aiutarla. 


Quando è entrata nello studio l'avevo osservata e avevo notato che aveva le cuffiette WiFi nelle orecchie. Abbiamo iniziato a parlare di Lady Gaga, di Beyoncé, di concerti, di Antonello Venditti e ci siamo ritrovate a canticchiare insieme "Roma Roma Roma". Avevamo tante cose in comune. Abbiamo riso.


Poi le ho proposto di mettere le cuffiette nelle orecchie e di far suonare i suoi brani preferiti. Io avrei fatto la mia visita e, al termine, l'avrei richiamata all'attenzione per comunicarle l'esito.


Avevamo fatto una seduta di ipnosi e nemmeno ce ne eravamo rese conto. 


Oggi, dopo soli 7 giorni, la giovane Francesca ha lasciato tutta la sua paura fuori dalla porta e si è lasciata curare una carie con annessa una punturina nella gengiva e, dopo aver finito tutto mi ha detto: "Sai che non vedevo l'ora di venire da te? In passato avrei fatto di tutto per evitare quest'appuntamento. Grazie."


Ipnosi è una parola che spesso suscita diffidenza perché la si associa alla tv italiana anni '80 ma è ben altro. Secondo la definizione Eriksoniana, non è altro che l'estraniazione dal momento presente, semplicemente pensando intensamente ad un altro evento piacevole vissuto in passato. Niente magia, solo forza dell' autocontrollo e dell'autosuggestione. Auto- perché l'ipnosi funziona solo se chi vi si sottopone è pronto e volitivo. Con un po' di allenamento e la volontà di praticarla può essere indotta in autonomia o da un altro soggetto che evocherà le immagini e le sensazioni piacevoli.


Esistono anche altre metodiche non invasive per indurre questo stato di rilassamento, come l'immersione in realtà 3d mediata dai visori o la sedazione cosciente inalatoria. 

Il paziente resta sempre cosciente ma rilassato. 


Anche se ammetto che talvolta ho sentito russare i miei pazienti mentre lavoravo nelle loro bocche. 


Oggi tutte queste tecniche vengono implementate nel mio studio odontoiatrico perché sono particolarmente attenta alla tematica.


Io la pratico nella mia attività clinica quotidiana perché so cosa si prova ad avere paura di qualcosa e ho sperimentato quanto si viva meglio con sé e con gli altri vincendo le proprie paure e lasciando andare le proprie ansie. 

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